Cos’è la FOMO: fear of missing out?

FOMO fear of missing out
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FOMO è un’emozione molto moderna. Anche se il timore di perdersi qualcosa e rimanere indietro è sempre esistito, i social network l’alimentano.

La paura di essere tagliati fuori

FOMO è l’acronimo inglese per Fear of Missing Out, ovvero il timore di perdersi qualcosa di importante, in italiano. Quest’emozione può applicarsi a diversi aspetti. Può riguardare, ad esempio, la paura di rinunciare o di non presenziare a una situazione che a posteriori si dimostrerà un’esperienza molto positiva. FOMO è, anche, il timore di non essere informati su cose attuali, come l’ultima serie tv, il film del momento o il libro di cui tutti parlano. Uno dei rischi temuti è di non poter partecipare alla conversazione generale sul tema.

Ad incidere su questa specifica paura può essere, appunto, il confronto con l’altro, in una sorta di competizione nella quale non si vuole essere lasciati indietro. È questa eventualità che può rendere difficile rifiutare presunte opportunità, “perché non si sa mai”.

Probabilmente questa particolare emozione ci accompagna da sempre. È uno dei fattori che ci spinge ad uscire dalla comfort zone e provare esperienze magari nuove, evitando di farsi guidare solo dalla “voglia” che difficilmente si sposa alla novità.

È vero, però, che negli ultimi anni questo timore è stato influenzato anche dalla diffusione dei social network, utilizzati per diffondere trend, opinioni e creare nuovi desideri. C’è costantemente qualcosa che rischiamo di perderci!

Quando la FOMO è un’emozione disfunzionale

Come tutte le emozioni, anche la paura di perdersi qualcosa non è problematica di per sé. Può diventarlo però se influenza tutte le scelte. Quando ci facciamo guidare dalla paura, infatti, ciò che ci spinge è l’evitamento. Facciamo qualcosa non perché vogliamo farla, ma per evitare le conseguenze temute.

Cercare di stare dietro a qualsiasi cosa può diventare molto stressante. La FOMO può avere un impatto negativo sulle sfere di vita che richiedono attenzione, concentrazione o produttività.

Considerando che ad influenzare il livello di FOMO è anche il confronto con l’altro, il rischio è l’auto-svalutazione. Ci sarà sempre qualcuno intorno che ha già visto, fatto, letto qualcosa prima di noi e questo può aumentare la convinzione di essere gli unici che non riescono a stare al passo.

FOMO e social network: un nuovo disturbo psicologico?

Uno studio suggerisce che non è la FOMO a portare a un eventuale disturbo mentale nei soggetti che ne soffrono, quanto il fatto che spinga le persone con un alto livello di timore di perdere qualcosa ad un uso compulsivo di dispositivi elettronici per monitorare gli aggiornamenti sui social network. La FOMO, quindi, sarebbe un fattore che aumenta il rischio di una social media fatigue, un affaticamento da social network in italiano, una sindrome associata ad ansia e depressione.

Non basta certamente una ricerca ad identificare un problema: al momento non abbiamo dati sufficienti per poter dire che c’è un’influenza negativa tra benessere psicologico e utilizzo delle piattaforme social. Certamente, tutto ciò che predispone a comportamenti ripetitivi, assorbenti e in grado di procurare piacere a breve termine come Instagram, Tiktok, Facebook etc, suscita interesse clinico.

Quanto è realistico questo timore?

Come imparare a capire quando è conveniente fare qualcosa oppure è meglio per noi lasciare perdere, senza farsi influenzare dalla FOMO?

L’eventualità di mancare un’occasione non sempre si verifica. Molte volte, anzi, quando scegliamo qualcosa controvoglia solo perché “lo fanno tutti”, è più probabile una perdita di tempo ed energie. Di contro, quando si tratta di rifiutare un’apparente opportunità, possiamo sentirci in colpa e questo ci porta a pensare di aver commesso uno sbaglio.

Imparare a gestire la FOMO:

Ecco cosa possiamo chiedere a noi stessi, prima di rispondere sì o no a questioni che attivano la FOMO:

  1. Cosa può realisticamente accadere? Per esempio, se accettiamo un invito, qual è la probabilità che rimarremo soddisfatti dall’esperienza?
  2. È un evento che difficilmente si potrà ripetere?
  3. Cosa temiamo di perdere?
  4. Di fronte all’eventualità di mancare un’opportunità, siamo certi che sarebbe una perdita significativa?
  5. Quali sono le ragioni del sì, quali del no?
  6. Approfittare o lasciar perdere che costo ha?
  7. Ripensando alle esperienze passate, quando abbiamo fatto qualcosa controvoglia, siamo stati ripagati dall’esperienza?

La paura di perdersi qualcosa può avere molte ragioni, il timore dell’esclusione dal gruppo, il senso di colpa per rimanere nella nostra comfort zone. Per capire cosa è meglio per noi, la chiave è ascoltare questa paura e capire da dove arriva. L’importante è essere consapevoli che qualcosa ci sfuggirà sempre e che va bene così!

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FONTI: Online social media fatigue and psychological wellbeing—A study of compulsive use, fear of missing out, fatigue, anxiety and depression