Produttività: una questione di scelte?

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È possibile mantenere la produttività personale e la propria la salute mentale?

Negli ultimi tempi si parla di performance come di qualcosa che può avere un alto costo sulla salute mentale. Ci sono stati alcuni casi di cronaca molto dolorosi in cui degli studenti si sono tolti la vita apparentemente per difficoltà legate alla carriera universitaria.

Sembra quasi che la salute mentale e il perseguimento dei propri obiettivi siano aspetti in contrasto: o vivi tranquillo, o sacrifichi il benessere per il successo (qualunque cosa significhi per noi il termine).

Cos’è la produttività?

La prima questione riguarda il fatto che produttività non è una caratteristica di per se stessa dell’essere umano. Il termine è usato in ambito economico per descrivere il conseguimento di un risultato superiore ai mezzi impiegati. Stando alla Treccani, riguarda, anche, la capacità di un terreno di offrire frutti o rispetto al matrimonio, di produrre figli.
Applicato agli individui s’intende la capacità di lavorare in modo efficiente, in un tempo prestabilito, massimizzando gli sforzi impiegati. Il problema legato a questa capacità nasce quando crediamo che il valore di una persona dipenda da quanto riesce a essere produttiva nella sua vita.

Veniamo educati con l’idea che dobbiamo essere ambiziosi, dobbiamo migliorarci, dobbiamo fare di più. Questo messaggio, a volte, può portare a pensare che così come siamo non sia sufficiente, che i nostri obiettivi siano validi solo se superiamo nei risultati gli altri, ma soprattutto che non dovremmo accontentarci di quello che abbiamo già, condannandoci, così, a un’insoddisfazione eterna.

La produttività è una conseguenza

Esiste, anche, un modo diverso di considerare la questione relativa alla produttività. “Migliore è una parola a cui scegliamo di attribuire un particolare significato, non esiste essere migliori in termini assoluti. Ciò vuol dire che quello che è meglio per me, può non essere sufficiente per qualcun altro, anzi, di sicuro non lo sarà. È in quel “meglio” che scegliamo di impiegare la nostra produttività. Può essere un determinato corso di studi, una carriera, uno sport, un interesse…

Quel “meglio per noi” diventa un nostro scopo nella vita, quello per cui, magari, vale la pena alzarsi dal letto ogni mattina. Dobbiamo, però, essere bravi nella selezione dei nostri obiettivi di vita. Infatti, non possiamo essere efficienti in tutto, non siamo delle macchine, ma abbiamo attitudini personali e intelligenze diverse, risorse fisiche e mentali limitate. Se non consideriamo questi aspetti, avere un problema di produttività sarà solo la conseguenza naturale.

Il problema è la scelta

Sapere cos’è meglio per noi, non è un discorso scontato. La società tende a dircelo, i nostri genitori hanno sicuramente delle aspettative in merito, chi ci circonda sembra avere un’idea chiara di ciò che si debba fare per ottenere questo “meglio”.

A complicare le cose, c’è il fatto di dover scegliere la propria strada in un età, quella adolescenziale, di transizione, mentre l’identità è ancora in costruzione. Come possiamo intraprendere un percorso, se non abbiamo ancora in mente la persona che lo percorrerà? La tentazione, allora, è di seguire la corrente. Prova a chiedere a quelli intorno a te in base a cosa hanno scelto la scuola superiore, una risposta molto comune è: “ci andavano i miei amici”.

Un motivo per la scarsa produttività

Se pensiamo alla produttività come qualcosa che ripaga il nostro impegno in termini di risultati, quando è scarsa, forse il problema non è legato alla nostra incapacità o a una maggiore bravura in chi ci circonda. Diventa molto faticoso impegnarsi in qualcosa che non ci piace, in cui non siamo portati o che magari non ci fa sentire motivati o valorizzati. Alla lunga, lo sforzo non ripagato, produce un senso di fallimento che può essere molto doloroso.

Se ci impegniamo a fare qualcosa, perché l’abbiamo scelta con consapevolezza ed è in sintonia con le nostre capacità, perseguirla non sarà un problema e riusciremo farlo produttivamente. Mi viene in mente il più bravo della classe che aveva il dono della parola e si offriva sempre volontario per “salvare” i compagni dalla prof di filosofia, anche se nemmeno lui aveva studiato, perché tanto qualcosa riusciva sempre a dirla.

A volte, pensando all’importanza dell’obiettivo, riusciamo a perseguirlo con successo, anche senza doti spiccate, perché ci impegniamo molto per ottenere un buon risultato. Comportando più stress, la nostra produttività, però, avrà un costo maggiore. Avevo anche un’altra compagna a scuola che otteneva buonissimi voti, ma per averli doveva trascorrere pomeriggi interi sui libri.

Infine, può capitarci di perseguire qualcosa che non va bene per noi e che comporta un costo che non vale i risultati. Mi viene in mente, infine, il compagno che dopo un primo anno disastroso, in termini di voti, ha cambiato scuola e ha preferito trovarsi un lavoro.

Come mantenere la produttività, senza eccessivo stress

Se sei arrivato fin qui, forse un’idea te la sei già fatta: possiamo mantenere una buona produttività in quello che facciamo. Se scegli con consapevolezza di perseguire uno scopo, essere produttivo sarà una conseguenza.

Avere un obiettivo in cui credi, che non si discosti troppo dalle tue capacità personali, che ti faccia stare bene quando ti impegni nel portarlo avanti e che possa portare a risultati di cui sentirti soddisfatto, è da questo che bisognerebbe partire, pensando alla produttività. Tante persone trovano la propria auto-realizzazione nel percorso di studi, nel lavoro, nella costruzione di una famiglia o nella realizzazione dei loro sogni, la validità dell’obiettivo è personale. Se quello che fai non produce i risultati richiesti, forse potresti chiederti: perché lo stai facendo?

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